La dottoressa Marta Abbate è una delle componenti dello staff oculistico del Centro Sanitario Valcuvia. Dirigente medico presso l’ospedale di Circolo di Varese, è laureata in medicina e chirurgia e ha conseguito una specializzazione in oftalmolgia.

Dottoressa Abbate, quali visite oculistiche si possono effettuare presso il CSV?

«Prima di tutto la visita oculistica di base che permette di valutare la capacità visiva del paziente. Si tratta del classico esame con il quale si possono intercettare i cosiddetti vizi refrattivi come la miopia, l’astigmatismo, l’ipermetropia e la presbiopia. Il CSV prevede poi la possibilità di visitare l’occhio in tutte le sue parti e componenti: effettuiamo l’esame del segmento anteriore che serve a valutare patologie come la cataratta che colpisce principalmente le persone anziane; quello del fondo oculare consente di intercettare le patologie della retina mentre l’esame della pressione oculare serve per escludere la presenza di un glaucoma».

Tra le strumentazioni in dotazione al CSV troviamo anche l’OCT, la tomografia ottica computerizzata. Di cosa si tratta? E per cosa viene utilizzato?

«L’oculistica è una branca in espansione e si avvale di una serie di esami strumentali utili per la diagnostica. L’OCT si inserisce in questo contesto: è uno strumento di ultima generazione che consente di fare diagnosi di patologie alla retina (come per esempio le maculopatie) e di effettuare l’analisi del nervo ottico. Lo strumento presente al CSV è particolarmente avanzato e permette anche di valutare le patologie corneali. In uno studio oculistico moderno l’OCT è un valido aiuto nella pratica clinica e diagnostica; consente di realizzare una visita più approfondita e quindi permette di dare un ulteriore servizio al paziente. L’esame è molto semplice: è rapido (dura pochi minuti) e indolore anche perché non prevede l’uso di collirio. Non c’è alcuna controindicazione: è innocuo e non invasivo».

Parliamo anche di bambini: quando è necessario portarli per la prima volta dall’oculista?

«La prima visita deve avvenire intorno ai 3-4 anni per escludere problemi come ambliopia (il cosiddetto “occhio pigro”), strabismi o vizi di refrazione (e cioè i difetti visivi). Nei bambini lo sviluppo visivo si completa intorno ai 6-7 anni: da quel momento in avanti è più complicato intervenire. Quindi se il controllo avviene al di sotto di questa età, si può garantire un corretto sviluppo futuro».

Qual è dunque il “calendario” da seguire per lo screening visivo dei più piccoli?

«In età prescolare (quindi durante la scuola materna) come abbiamo detto è utile effettuare la prima visita. Dopodiché, se non ci sono problemi, prima dell’inizio della scuola vale la pena fare un ulteriore controllo. La cadenza ottimale è quella di sostenere una visita di controllo annuale soprattutto per quei bambini che hanno familiarità con i vizi refrattivi, ovvero se i genitori o i nonni presentano difetti della vista rilevanti».

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